mercoledì 18 luglio 2007

una considerazione sul rodaggio dei cavi

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Un efficace, a mia conoscenza il più efficace in assoluto, procedimento di rodaggio dei cavi, da tempo noto fra gli appassionati estremi, ma gelosamente custodito, consiste nell’applicare ai cavi un flusso di alta tensione con generosa corrente.
È preferibile siano già terminati e, prima di iniziare la procedura, dar loro sagoma in modo similare alla curvatura che assumeranno una volta in posa.
Per rispettare questa esigenza ogni espediente è valido, uno dei più pratici prevede l’ultilizzo di un piccolo tubo in rame da idraulica, duttile e malleabile, cui dare preventivamente la forma secondo il percorso desiderato, dopodichè vi si fascetta il cavo, che risulterà quindi steccato al suo tutore.
Terminata la procedura di rodaggio, vanno maneggiati con cura, cercando di non perdere la sagomatura, questo perché ad ogni movimento eccessivo dei conduttori, si riduce l’efficacia del trattamento.
Il verso di scorrimento della corrente, stabilisce perentoriamente il verso del cavo.

Una procedura del genere è appannaggio di tecnici in grado di operare in sicurezza con alte tensioni e con la competenza necessaria per stabilire che valore di tensione può essere applicato, a seconda del cavo da rodare e dei connettori utilizzati

ancora su NC 20

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L’NC20 pesa 2 Kg ed è moooolto più grosso dell’NC14, quindi gestisce assai meglio la corrente continua, nonostante abbia un nucleo parecchio più permeabile.
Da molto non utilizzo l’NC20 e l’NC21 (l’ultima volta che ho usato l’NC21 era collegato al contrario, pilotato da una RL12T15 in graphite, punto di lavoro 600V - 30 mA, spingeva un PSE di 211 in A2 con una facilità disarmante e distorsioni irrilevanti, di cui non ricordo esattamente il valore, ma vicine allo zero), ma li ho provati diverse volte in varie maniere e sono certissimo che la distorsione che introducono è assolutamente conforme ai data-sheet.
Il data-sheet dice: NC20, pilotato da una valvola con Ri di 5Kohm e BIAS 20 mA che swinga 150 Vrms (pochi?), distorsione = 0,1 %.
Ricordo benissimo una prova con l’EC8020 a 20 mA, swingava un'esagerazione di volt picco picco con valori di distorsione contenutissimi, se ben ricordo sotto lo zero (e, con retta 5K a 20 mA, sono certamente da attribuirsi alla valvola).
In questo periodo sono troppo impegnato, ma la prossima volta che gli NC20 mi ricapitano sotto, sicuramente porrò attenzione al parametro distorsione, ma sin d’ora scommetterei che non ci sarà nulla da segnalare.

Se avessi il minimo dubbio su questi trasformatori, non farei come fanno cert’uni che si incarogniscono a voler convincere il prossimo a tutti i costi. Tramite asta eBay ho spedito valvole e oggetti vari a tutte le latitudini: Australia, Canada, Singapore, Korea, USA, Thailandia, Hong Kong, Japan, Panama, non avrei nessun patema a mettere in asta gli NC20.

Furono usati dal grande Shishido in un progetto apparso su Glass Audio N°1 vol 6 del 1994, lo stesso progetto venne poi “revisited” sul N°3 vol 9 del 1997, riporto lo schema:







Propongo questo progetto perché molto adatto ai temi in discussione.
Shishido, dopo aver provato differenti valvole e testato varie configurazioni, compreso addirittura un 4 stadi con cathode follower per pilotare la 300B, decide alla fine per il trasformatore interstadio come miglior soluzione.
Se il trasformatore NC20 avesse introdotto distorsioni elevate, non avrebbe certo avuto questa preferenza.
Nella prima versione del 94 il trasformatore NC20 viene utilizzato con corrente DC piuttosto ridotta, 13,4 mA, quasi fosse un problema farne scorrere di più, ma i dubbi vengono sedati nel 97, quando Shishido rivisita l’apparecchio e raddoppia a 26 mA la corrente nel trasformatore.
Egli varia questo parametro nel complesso di un’azione mirata a ridurre la distorsione per harmonic cancellation, quindi la distorsione è il parametro maggiormente tenuto sott’occhio.
Se la corrente DC nel trasformatore NC20 fosse così drammaticamente critica, il raddoppiarla, andando addirittura oltre il valore consigliato di 20 mA, avrebbe aumentato enormemente la distorsione, inducendo Shishido a desistere.
Ma, come mostra l’immagine successiva, non è così.





Questi oggetti resistono sul mercato da una vita, nonostante il costo notevole non ne favorisca la popolarità, possibile che nessuno mai abbia avuto a che ridire, possibile che, avendo una sola voce dissidente, sia proprio quella l’unica cui rimettersi per avere il quadro della situazione? Possibile non ci sia spazio per considerare, anche solamente per un effimero istante, che, avendo un’intera comunità da decenni univocamente orientata, allora forse potrebbe esserci una situazione soggettiva?

Se avessi degli NC20 che distorcono abbondantemente ogni volta che alzo di 1 mA la corrente continua, allora farei qualche verifica… prima di darli via.
Per esempio misurerei gli Henry e nel caso risultino di entità significativamente maggiore rispetto al valore di targa, diventano possibili ipotesi malsane a riguardo del GAP


12#

Diverso tempo addietro, testando a fondo un triodo particolare, questi risultò essere estremamente velenoso, al punto di consentire l’ideazione di un phono MC basato su quest’unico elemento attivo, ottenendo un guadagno di oltre 1.200 (però esce ad alta impedenza, quindi deve trovare un volume da 100 K, il giochetto riesce grazie all’impedenza costante offerta dalla RIAA LCR, che a sua volta vede a monte un’impedenza ben inferiore ai 10K).





Per realizzare questo schema avevo tutto, tranne la RIAA LCR a 10 K.
Cominciai ad interessarmi per procurare gli induttori e poterla comporre, ma non trovai nessuno che si dichiarasse in grado di poter realizzare quello che mi serviva, nella qualità e nelle specifiche richieste. In più venni anche scoraggiato da persone estremamente competenti, che mi dissero di essersi scornati col problema e di aver constatato una notevole difficoltà di messa a punto di un simile oggetto.
Accadde che il destino ci mettesse le grinfie, in quanto di lì a poco, nell’underground degli esoteristi audio, iniziò a circolare la voce che S&B, sollecitato da Thorsten, stesse mettendo a punto la realizzazione di questo componente.

A quell’epoca il nome S&B non era consolidato quanto oggi e tipicamente non prendo in considerazione componentistica sbucata fuori dal nulla, senza aver modo di saggiarne la qualità.
Però poco tempo prima avevo testato il volume a trasformatore S&B, una versione “small” del TX-102, concepita per competere direttamente, nelle dimensioni e nel prezzo, con l’equivalente modello Sowter.
Confrontandolo direttamente con il 9335 Sowter risultò migliore a questo in tutto, nei materiali, nelle misure elettriche e, all’ascolto, per la neutralità complessiva e l’ottima velocità.





Questo aveva creato in me delle ottime aspettative per le RIAA in divenire.
Dopo breve tempo, la storia prese una piega ulteriormente favorevole, un mio conoscente prenotò una coppia delle RIAA in questione; pensai: “se riesco a farmele prestare, gli faccio la TAC!”

Continua…


pre-"provocazione"

11#

Ecco lo schema che ho precedentemente descritto, lo trovo sia per molti versi interessante.

Per esempio non si è mai visto (o perlomeno non mi risulta) un due stadi secco, veramente in grado di modulare a fondo la 845. Poi è tutto ad altissimo potenziale e l’alta tensione ha un suono magico tutto speciale (poi magari un giorno si dirà il perché).



Il nesso di un ampli in un thrade che parla di tutt’altro, non è solo per il fatto che se ne parlava prima, ma è che da esso mi è nato lo spunto per una sorta di provocazione che andrò a proporre…

sul poter fare a meno degli step up per MC

10#
Riferendomi all’utilizzo del trasformatore di step-up, lo definirei “doveroso” solo con testine da 1 ohm, con quelle da 2,5 – 3 ohm avrei delle perplessità, con le testine da 20 – 40 ohm sarebbe doveroso farne a meno… con quelle da 240 ohm non esiste proprio.

Con la stesso schema, preferirei cambiare strategia:



Da parecchio tempo non armeggio con l’NC20, ma il ricordo che ne conservo è di oggetto imperiale, con EC8020 a 20 mA swinga con facilità e distorsione sotto lo zero (dovuta alla valvola) e questo me lo confermava anche Jakelich.
Ricordo un meeting tenutosi una sera di parecchio tempo fa, presso il laboratorio di Brunetti (strumenti musicali), convenuti: il proprietario di un interstadio Audio Note (il modello tosto, concepito per pilotare un PSE di 845), l’ing Mariani (Graaf) e il sottoscritto con l’NC20. Non arrivammo alla prova con iniezione di corrente continua, perché, con unanime consenso, ci parve sufficiente il modo in cui l’NC20 stracciò l’Audio Note UK già nella prova in alternata. Che avvenne collegando una resistenza da 5Kohm sul secondario (ed in parallelo gli strumenti di misura), alimentando gradualmente il primario con un Variac. Ad un certo punto la sinusoide dell’Audio Note si deformò con una gobba pronunciata sulla sommità, il Tango NC20 invece tenne botta ancora per un tot e quando iniziò a distorcere l’aspetto della sinusoide era meno brutto.

L’NC20 è nei primi 5 migliori interstadio di tutti i tempi e, fra questi, non si colloca nella seconda metà.

ancora su 4#

9#

Ribadisco che le mie considerazioni erano riferite alla RIAA LCR da 600 ohm e riguardo a questa, sottolineavo l’importanza di pilotarla con segnale abbondante. Per un simulatore non farebbe differeza, ma ai fini della resa musicale, la differenza c’è, eccome!

Parimenti, le considerazioni riguardanti il trasformatore NP206, non entravano nel merito della scelta topologica, ma erano tese a sottolineare che il costo non indifferente delle RIAA LCR, non rende automatica una maggior resa all’ascolto.

L’NP-206 è migliore di tanti altri nella gestione di elevato swing (30 Vrms) con sostanziosa potenza (1,5 Wrms) e queste sono ottime caratteristiche per presentarsi alla RIAA LCR da 600 ohm. Anche se questo trasformatore è particolarmente ben riuscito, risultando idoneo per usi diversi, non è ottimizzato per segnali deboli. Questo per un simulatore non farebbe differenza, invece all’ascolto, specie se si parla di preamplificatori phono, la differenza è notevole.
Se vogliamo che la RIAA LCR renda al meglio, dobbiamo ottimizzare la strategia affinchè ogni pezzo sia favorito nei suoi punti di forza e protetto negli aspetti deboli.

A riprova che non vi sono contraddizioni… mantengo il gruppo che ho elogiato: " E810F triode conn. / NP206 / RIAA EQ600P ", ma cambio la strategia:



Ho messo in campo gli stessi giocatori… con ruoli differenti.
Ora ogni componente è in grado di rendere al meglio, in base ai punti di forza precedentemente descritti.
Quando il segnale swinga, il trasformatore NP206 spara decine di Volt dentro la RIAA LCR, questa, riferita a 600 ohm sia a monte che a valle, risulta tetragona a tutto, rendendo al massimo delle sue possibilità.
L’uscita del preamplificatore è a 600 ohm a tutti gli effetti, nessun problema quindi anche nel pilotaggio di volumi a trasformatore (che risultano di non semplice pilotaggio per molti phono).

L’NP206 ora è interessato da segnali importanti, sia in tensione che in corrente e questo rende ininfluente la minor sensibilità rispetto a certi ferri in Permalloy, permettendogli di rendere al meglio (per contro i trasformatori in Permalloy non permetterebbero polarizzazione tanto alta e non potrebbero gestire gli stessi valori di segnale dell’NP206).

Non entro nel merito di quello che nell’attuale schema è diventato il primo stadio, perché non ha attinenza diretta con lo sfruttamento delle RIAA LCR in argomento (anche se ovviamente l’NC20 in quella posizione appare esagerato, ma funzionerebbe meglio dell’NP206 in quanto maggiormente sensibile e, ancor più ovviamente, non sarebbe male utilizzare un triodo con transconduttanza e guadagno enormemente superiore in luogo dell’EC8010).

Discorso a parte è la validità, in termini di resa musicale, dei ragionamenti stessi, però, datosi che si ragiona su di un apparecchio già esistente, non dovrebbe essere di soverchia difficoltà lo spostare qualche collegamento e verificare se nel modo proposto suona meglio oppure no.

precisazione su 4#

8#

Rivediamo quanto è stato detto, cercherò di circostanziare più dettagliatamente le considerazioni che appaiono “contraddittorie” e “pretestuose”.

Ritengo il blocco “ E810F a triodo / NP206 / RIAA EQ600P ” molto forte, ma, pur avendo numerosi ed abbondanti qualità, presenta aspetti meno pregiati.
La strategia migliore è quella che annida il più possibile i lati deboli, esaltando i punti di forza.

Ripropongo lo schema, con aggiunto lo stadio dopo la RIAA, disegnato nella maniera più generica possibile, non ci interessa affatto come sia costituito, che valvola usi, che tipo di carico anodico e che sistema di polarizzazione adotti, sono particolari che non riguardano in alcun modo le considerazioni fatte e quanto intendevo significare.



A riguardo di questo stadio interessa ribadire un solo, unico, particolare… datosi che gli arriva un segnale molto debole, certamente è progettato con criteri del tutto similari a quelli necessari per un primo stadio phono (con all’ingresso una testina MM da 4 mV od una MC da 0,4 mV + ste-up 10X, al secondo stadio, quindi dopo la RIAA, arrivano circa 7 mV).

Continua…