mercoledì 18 luglio 2007

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In realtà la possibilità di non utilizzare il condensatore a monte della RIAA è un vantaggio solo apparente. Riferire la RIAA bridged T a monte non solo è più complesso, ma soprattutto comporta la perdita dei vantaggi più importanti tipici del suo funzionamento e per questo motivo non adotterei questa soluzione.

Resta solo una strada utile: calcolare la RIAA per un’impedenza maggiore.
Questo permetterebbe di utilizzare un condensatore di disaccoppiamento più piccolo, rendendo possibile l’utilizzo di un componente ad altissima qualità (p.e. mica argentata in lastre o polistirene in bagno d’olio sottovetro) e consentirebbe il pilotaggio con un semplice, purissimo, triodo.
Deve aver pensato la stessa cosa anche Thorsten, infatti mi consta si debba a sue richieste l’implementazione da parte di Stevens & Billington della versione a 10 Kohm della RIAA LCR bridged T.
Ma su questo componente ci sono vari aspetti misteriosi, che si uniscono a costituire un vero e proprio caso. Rimando ad un prossimo messaggio il racconto dettagliato di questa vicenda.

Nel frattempo mostro una delle possibili soluzioni per ridurre le controindicazioni legate al down gain dovuto al trasformatore adattatore d’impedenza.
È pleonastico dirlo, ma l’adozione di triodi dal mu molto superiore al comune, risulta indubbiamente utile allo scopo.
Fra vari esempi possibili, scelgo quello più estroso, ad opera di un appassionato di vertice della nuovelle vogue audio, Thomas Mayer (uno dei 3 o 4 che sul finire del secolo scorso era a caccia delle EC8020)





La valvola utilizzata è alquanto particolare:
mu 300
Gm 65 mA/V
Ri 4.600 ohm

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